Camilla
C’è un piccolo e luminoso angolo di serenità e creatività nascosto a Roma, nel quartiere Balduina. È accogliente e coloratissimo, pieno di libri e giochi, pennelli e matite, glitter e bottoni, carte e tempere, è ricco come possono essere le occasioni della vita, eppure è al tempo stesso semplice e ordinato. Ti fa sentire a casa. Ancora prima di entrare, si intuiscono due cose: che a Gloria non piace il suono del campanello – come la capisco! – e che nel suo atelier ognuno è preso per mano e accompagnato in un percorso personale, di creazione e di scoperta. Ma anche di educazione e rispetto. È scritto a lettere grandi e colorate all’ingresso, il motto del laboratorio: diventa quello che sei. E Gloria, con il suo sguardo fermo e il sorriso luminoso, accoglie bambini e ragazzi e li guida attraverso gli inciampi e i salti della crescita. Mio figlio Nicola la conosce e dipinge con lei da quando ha 4 anni. Ne ha quasi undici oggi, è alle soglie della pubertà, cambia umore spesso e ha idee ondivaghe, come vuole la sua età instabile. Ma su una cosa non ha mai tentennamenti: l’appuntamento settimanale nel laboratorio dell’espressione non si può mettere in discussione. “Cosa ami del tuo lavoro con Gloria”?, gli chiedo ogni tanto. “Quello che penso con lei può diventare realtà”. A me sembra una cosa semplicemente straordinaria, immaginare e vedere le proprie idee realizzate. E ancora di più, seguire il processo dell’opera, sbagliare, ricominciare, deprimersi e poi riprovarci. In poche parole, gestire la frustrazione. Anche questa, oggi, è un’arte rara e preziosa.